Al crollo dell’Impero romano d’Occidente l’assetto del territorio pedemontano si trovò di fronte alle “invasioni barbariche”: lo testimonia in modo particolare la sopravvivenza dei toponimi di origine latina. E’ presumibile però che una piccola comunità longobarda (fara) si sia insediata tra Calaresio (Montereale) e Aviano al fine di controllare militarmente quella strategica via di comunicazione tra i valichi delle Alpi orientali e la pianura veneta, così come sembra confermare ancora una volta la toponomastica (Giais, Monte Fara, Farla, Colle Guarda).
Nel dialetto friulano di Barcis fara significava famiglia immigrata, piccolo podere, villaggio.Il senso originario dovette essere quello di comunità di tribù, spedizione di conquista condotta da una lega di tribù. Le prime attestazioni latine risalgono al 569 (Chronaca minora II in MGI XI P.I. Berlin 1893) e poi nell’Editto di Rothari. Risulta evidente la connessione col germ. f ä r a n andare(in veicolo) cosicchè fara venne a significare ciò che cammina insieme, ciò che durante il viaggio si aggiunge o viene portato apresso per poi passare al senso di differenti tribù longobarde riunite in comunità di villaggio e finalmente insidiamento di una comunità di villaggio longobarda.